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Venerdì Santo
Oggi
la comunità cristiana non celebra l’Eucaristia perché il clima di festa
non si addice all’evento che riempie il suo ricordo e motiva il suo
digiuno (cf Mc 2,19-20): la
morte del suo Signore e Sposo. L’azione liturgica è
dominata dalla croce; manifestazione luminosa dell’amore divino
spinto alla follia, la croce lascia spazio solo al silenzio e alla
contemplazione. Una
morte per la vita: la
passione di Gesù è veramente una
«passione gloriosa» perché il
Padre ha già dato la sua risposta che trasforma la sconfitta in vittoria
e il luogo dell’infamia in centro di attrazione universale. La
croce diventa così il cuore del mondo, tutto è radunato sotto la croce, perché solo in
questo mistero di morte e di risurrezione possono trovare soluzione i
problemi e i drammi che coinvolgono la storia della Chiesa e dell’umanità.
Tra le molteplici invocazioni emerge la supplica per l’unità dei
cristiani. La croce svela il dramma della divisione fra le Chiese e
diventa implicita accusa di un peccato originato dalla poca fedeltà alla
croce e dall’orgoglio. (Dal Web)
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