venerdì 29 marzo 2013

Venerdì Santo

Oggi la comunità cristiana non celebra l’Eucaristia perché il clima di festa non si addice all’evento che riempie il suo ricordo e motiva il suo digiuno (cf Mc 2,19-20): la morte del suo Signore e Sposo. L’azione liturgica è dominata dalla croce; manifestazione luminosa dell’amore divino spinto alla follia, la croce lascia spazio solo al silenzio e alla contemplazione. Una morte per la vita: la passione di Gesù è veramente una «passione gloriosa» perché il Padre ha già dato la sua risposta che trasforma la sconfitta in vittoria e il luogo dell’infamia in centro di attrazione universale. La croce diventa così il cuore del mondo, tutto è radunato sotto la croce, perché solo in questo mistero di morte e di risurrezione possono trovare soluzione i problemi e i drammi che coinvolgono la storia della Chiesa e dell’umanità. Tra le molteplici invocazioni emerge la supplica per l’unità dei cristiani. La croce svela il dramma della divisione fra le Chiese e diventa implicita accusa di un peccato originato dalla poca fedeltà alla croce e dall’orgoglio.  (Dal Web)

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