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 𝐂𝐚𝐫𝐢 𝐬𝐭𝐮𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐞 𝐜𝐚𝐫𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢,

𝐧𝐞𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐬𝐢𝐦𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐢, 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐝𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐥𝐥’𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨 𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢 𝐨𝐫𝐝𝐢𝐧𝐢 𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐝𝐢 𝐝𝐢 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚, 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐭𝐞 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐭𝐢 𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐞 𝐚𝐯𝐯𝐚𝐥𝐞𝐫𝐯𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 “𝐑𝐞𝐥𝐢𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐚𝐭𝐭𝐨𝐥𝐢𝐜𝐚”.

𝐒𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐚 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞, 𝐜𝐡𝐞 𝐯𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐜𝐢𝐩𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐞𝐝𝐮𝐜𝐚𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐨𝐟𝐟𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚. 𝐄̀ 𝐢𝐧𝐟𝐚𝐭𝐭𝐢 𝐮𝐧𝐨 𝐬𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐭𝐚̀ 𝐞 𝐝𝐢 𝐫𝐞𝐬𝐩𝐨𝐧𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐝𝐚𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢, 𝐮𝐧 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐢𝐥 𝐜𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐞𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐚 𝐞 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐢𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐨 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐠𝐧𝐚𝐧𝐝𝐨.

𝐐𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐞̀ 𝐯𝐞𝐫𝐨 𝐢𝐧 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐠𝐫𝐚𝐝𝐨, 𝐦𝐚 𝐯𝐚𝐥𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐢 𝐬𝐭𝐮𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢, 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐭𝐚𝐠𝐨𝐧𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐥 𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚 𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐚 “𝐚𝐥𝐥𝐞𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐞𝐝𝐮𝐜𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚” 𝐜𝐡𝐞 𝐞̀ 𝐥’𝐈𝐑𝐂 𝐢𝐧 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚. 𝐀𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨, 𝐢𝐧𝐟𝐚𝐭𝐭𝐢, 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐜𝐢𝐩𝐚𝐧𝐨 𝐥𝐨 𝐒𝐭𝐚𝐭𝐨, 𝐧𝐞𝐢 𝐬𝐮𝐨𝐢 𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐬𝐦𝐢 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐥𝐢 𝐞 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚𝐥𝐢, 𝐥𝐚 𝐂𝐡𝐢𝐞𝐬𝐚, 𝐥𝐞 𝐬𝐢𝐧𝐠𝐨𝐥𝐞 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐞, 𝐜𝐨𝐧 𝐠𝐥𝐢 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐞 𝐢 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐠𝐞𝐧𝐭𝐢, 𝐥𝐞 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞 𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐮𝐧𝐧𝐢 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐢, 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐢 𝐝𝐚 𝐜𝐮𝐢 𝐞𝐦𝐞𝐫𝐠𝐞 𝐢𝐥 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 “𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐢” 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚. 𝐀𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐫𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐥’𝐈𝐑𝐂 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐮𝐧’𝐞𝐬𝐩𝐞𝐫𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐫𝐢𝐥𝐢𝐞𝐯𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝐩𝐚𝐧𝐨𝐫𝐚𝐦𝐚 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐭𝐢𝐯𝐨, 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐞𝐬𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧 “𝐩𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐯𝐢𝐬𝐨” 𝐟𝐫𝐚 𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞, 𝐮𝐧 𝐩𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐢 𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐢 𝐞, 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐠𝐮𝐞𝐧𝐳𝐚, 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭𝐚̀ 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐚. 𝐔𝐧 𝐩𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐥𝐢 𝐯𝐞𝐝𝐞 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚𝐭𝐚𝐫𝐢 𝐦𝐚 𝐜𝐨𝐢𝐧𝐯𝐨𝐥𝐭𝐢 𝐢𝐧 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚.

𝐒𝐜𝐞𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐞̀ 𝐮𝐧 𝐯𝐞𝐫𝐛𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐞𝐬𝐩𝐫𝐢𝐦𝐞 𝐦𝐚𝐭𝐮𝐫𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐞. 𝐄̀ 𝐮𝐧 𝐯𝐞𝐫𝐛𝐨 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐫𝐞𝐝𝐢𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐜𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚. 𝐋𝐨 𝐡𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐚𝐭𝐨 𝐩𝐚𝐩𝐚 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐭𝐮𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚, 𝐝𝐮𝐫𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐯𝐢𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐚𝐩𝐨𝐬𝐭𝐨𝐥𝐢𝐜𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝐁𝐚𝐡𝐫𝐞𝐢𝐧: “𝐍𝐨𝐧 𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐬𝐟𝐢𝐝𝐞 𝐝𝐚 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞. 𝐄 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞, 𝐝𝐢 𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐞 𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐟𝐢𝐝𝐚, 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐝𝐚𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐚 𝐮𝐧 𝐛𝐢𝐯𝐢𝐨, 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞, 𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐬𝐢 𝐢𝐧 𝐠𝐢𝐨𝐜𝐨, 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐞, 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐝𝐞𝐫𝐞. 𝐌𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐫𝐢𝐜𝐡𝐢𝐞𝐝𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐛𝐮𝐨𝐧𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐞𝐠𝐢𝐚: 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐢 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐢𝐦𝐩𝐫𝐨𝐯𝐯𝐢𝐬𝐚𝐫𝐞, 𝐯𝐢𝐯𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐢𝐬𝐭𝐢𝐧𝐭𝐨 𝐨 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐚𝐥𝐥’𝐢𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞!”. 𝐏𝐞𝐫 𝐢𝐦𝐩𝐚𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞 – 𝐡𝐚 𝐚𝐠𝐠𝐢𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐏𝐚𝐩𝐚 – 𝐨𝐜𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞 “𝐚𝐟𝐟𝐢𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐨 𝐬𝐠𝐮𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐢𝐨𝐫𝐞, 𝐢𝐦𝐩𝐚𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐚 𝐠𝐢𝐮𝐝𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐬𝐢𝐭𝐮𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢, 𝐚 𝐜𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐥’𝐞𝐬𝐬𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐥𝐞” 𝐞 “𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐬𝐮𝐥 𝐜𝐮𝐨𝐫𝐞”, 𝐜𝐨𝐬𝐢̀ 𝐝𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐨 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐢𝐧𝐬𝐨𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐢, 𝐦𝐚 𝐫𝐞𝐚𝐠𝐞𝐧𝐝𝐨 “𝐜𝐨𝐧 𝐮𝐧 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐨 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐟𝐫𝐚𝐭𝐞𝐫𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐢𝐳𝐢𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐢 𝐥𝐢𝐦𝐢𝐭𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞”.

𝐒𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐯𝐯𝐚𝐥𝐞𝐫𝐬𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐨𝐟𝐟𝐞𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 “𝐑𝐞𝐥𝐢𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐚𝐭𝐭𝐨𝐥𝐢𝐜𝐚” 𝐚 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚 𝐚𝐢𝐮𝐭𝐢 𝐚 𝐜𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐜𝐚𝐭𝐞 𝐝𝐚 𝐩𝐚𝐩𝐚 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨, 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐭𝐢 𝐞 𝐚𝐮𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐢 𝐞𝐝𝐮𝐜𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐑𝐞𝐥𝐢𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐚 𝐜𝐮𝐢 𝐯𝐨𝐠𝐥𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐞𝐬𝐩𝐫𝐢𝐦𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐢𝐧𝐜𝐞𝐫𝐚 𝐠𝐫𝐚𝐭𝐢𝐭𝐮𝐝𝐢𝐧𝐞. 𝐂𝐨𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐢𝐞𝐫𝐢 𝐞 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢, 𝐝𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞, 𝐯𝐢 𝐫𝐢𝐧𝐧𝐨𝐯𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐥’𝐢𝐧𝐯𝐢𝐭𝐨 𝐚𝐝 𝐚𝐯𝐯𝐚𝐥𝐞𝐫𝐯𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 “𝐑𝐞𝐥𝐢𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐚𝐭𝐭𝐨𝐥𝐢𝐜𝐚”, 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐠𝐮𝐚𝐫𝐝𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐫𝐞𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐠𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚 𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐝𝐢𝐚𝐥𝐨𝐠𝐨 𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐜𝐞.

𝐋𝐀 𝐏𝐑𝐄𝐒𝐈𝐃𝐄𝐍𝐙𝐀

𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐂𝐎𝐍𝐅𝐄𝐑𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐄𝐏𝐈𝐒𝐂𝐎𝐏𝐀𝐋𝐄 𝐈𝐓𝐀𝐋𝐈𝐀𝐍𝐀

Nell’anno scolastico 2021-2022, in Italia, coloro che si sono avvalsi dell’insegnamento della “Religione cattolica” sono in media l’84,44%: specificatamente, l’88,24% nella scuola dell’infanzia, l’88,21% nella scuola primaria, l’85,58% nella scuola secondaria di I grado e il 78,30% nella scuola secondaria di II grado. Perttanto, sempre in media, i non avvalentesi sono stati il 15,56%: in particolare, l’11,76% nella scuola dell’infanzia, l’11,79% nella scuola primaria, il 14,42% nella scuola secondaria di I grado e il 21,70% nella scuola secondaria di II grado.

Al Nord gli avvalentesi sono stati il 78,44%: l’82,61% nella scuola dell’infanzia, l’83,47% nella scuola primaria, l’80,14% nella scuola secondaria di I grado e il 70,02% nella scuola secondaria di II grado. Quindi i non avvalentesi, in generale, sono stati il 21,56%: il 17,39% nella scuola dell’infanzia, il 16,53% nella scuola primaria, il 19,86% nella scuola secondaria di I grado e il 29,98% nella scuola secondaria di II grado.

Per quanto concerne il Centro Italia, coloro che si sono avvalsi dell’IRC sono stati l’84,33%: l’88,77% nella scuola dell’infanzia, l’89,96% nella scuola primaria, l’86,36% nella scuola secondaria di I grado e il 75,96% nella scuola secondaria di II grado. I non avvalentesi sono stati il 15,67%: l’11,23% nella scuola dell’infanzia, il 10,04% nella scuola primaria, il 13,64% nella scuola secondaria di I grado e il 24,04% nella scuola secondaria di II grado.

Mentre al Sud ha scelto l’IRC il 96,64%: l’88,77% nella scuola dell’infanzia, il 96,93% nella scuola primaria, il 96,57% nella scuola secondaria di I grado e il 96,21% nella scuola secondaria di II grado. I non avvalentesi sono stati il 3,36%: il 2,85% nella scuola dell’infanzia, il 3,07% nella scuola primaria, il 3,43% nella scuola secondaria di I grado e il 3,79% nella scuola secondaria di II grado.

DATI FORNITI DAL SERVIZIO NAZIONALE PER L’IRC DELLA CEI