venerdì 22 aprile 2011

Utilità della Croce

Un uomo sempre scontento di sé e degli altri continuava a brontolare con Dio perché diceva:
“Ma chi l’ha detto che ognuno deve portare la sua croce? Possibile che non esista un mezzo per evitarla? Sono veramente stufo dei miei pesi quotidiani!”.
Il Buon Dio allora rispose con un sogno.
Si accorse che la vita degli uomini sulla terra era una sterminata processione. Ognuno camminava con la sua croce sulle spalle. Lentamente, ma inesorabilmente, un passo dopo l’altro. Anche lui era nell’interminabile corteo di quella folla immensa e avanzava a fatica con la sua croce personale. Dopo un po’ si accorse che la sua croce era troppo lunga: per questo faceva tanta fatica ad avanzare e a rimanere con gli altri.
"Sarebbe sufficiente accorciarla un po’ e tribolerei molto meno", si disse. Si sedette su una siepe lungo la strada e con un taglio deciso, accorciò d’un bel pezzo quella croce tanto pesante e inutile.
Quando ripartì si accorse che ora poteva camminare molto più spedito e leggero. E senza tanta fatica giunse a quella che sembrava la meta della processione degli uomini.
Era un burrone: una larga ferita nel terreno, oltre la quale però cominciava la “terra della felicità eterna”.
Era una visione incantevole quella che si vedeva dall’altra parte del burrone.
Ma non c’erano ponti, né passerelle per attraversare. Eppuregli altri passavano con facilità.
Ognuno si toglieva la croce dalle spalle, l’appoggiava sui bordi del burrone e poi ci passava sopra.
Le croci sembravano fatte su misura: congiungevano esattamente i due margini del precipizio.
Passavano tutti. Ma non lui.
Aveva accorciato la sua croce e ora essa era troppo corta e non arrivava dall’altra parte del precipizio. Si mise a piangere e a disperarsi: “Ah, se l’avessi saputo…”.
Ma, ormai, era troppo tardi e lamentarsi non serviva a niente.
(Da B. Ferrero, catechista-Dossier,LCD 3-89)

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